Negli ultimi venti anni nel mondo industrializzato abbiamo assistito a una continua crescita dei consumi e in conseguenza della produzione di rifiuti. L’attenzione al riuso che caratterizzava la società contadina ha lasciato il posto alla propensione al consumo indiscriminato e allo scarto di grandi quantità di rifiuti e materiali ancora potenzialmente utili. Per molti versi siamo destinati a una nuova forma di povertà indotta dai limiti dell'ambiente ad accogliere gli scarti e i sottoprodotti della nostra società.

Andare verso l'esaurimento delle risorse (la rapina costante dell'ambiente e della Terra, la distruzione della biosfera) senza avere nessun pianeta di ricambio e’ un comportamento da incoscienti e irresponsabili.

Di fronte alla complessità dei problemi che tale crisi pone, è diffuso un sentimento di rinuncia: come può il singolo dare un contributo reale verso una soluzione? Molti credono che le risposte debbano pervenire dall'alto: noi pensiamo che il ruolo di ciascuno possa essere decisivo, come consumatore e come cittadino abitante di un luogo.

L'impegno passa in primo luogo attraverso un impegno “politico”, stimolando attraverso forme associative le istituzioni, l'industria, la distribuzione. In secondo luogo attraverso un impegno personale: adottare stili di vita più sobri, praticare forme di raccolta differenziata dei rifiuti e di consumo critico, potenziando i circuiti finanziari alternativi dell'economia solidale.

Il consumo consapevole, il riuso e il riciclo costituiscono un aspetto importante di una più ampia attenzione al problema del “malsviluppo” mondiale che, oltre a manifestarsi nella non sostenibilità ambientale, produce una iniqua distribuzione mondiale delle ricchezze.