Genere: documentario

Anno: 2016locandina del film Oceani, il mistero della plastica scomparsa

Durata: 53’

Regista: Vincent Perazio

Produttore: Via Découvertes Films e altri

Musica: Éditions Cristal Publishing

Fotografia: Sébastien Thiébot-Chiffoleau, Emmanuel Roy

Trailerhttps://www.youtube.com/watch?v=TfmNP-kx9pA

Sito ufficiale: https://www.facebook.com/Oc%C3%A9ans-le-myst%C3%A8re-plastique-LE-FILM-1699251883651854/

Film in lingua originale su YouTubehttps://www.youtube.com/watch?v=TiktyVXRVA8 

Premi:
2017 : Cinemambiente - Turin (Italie) - Best one-hour documentary award
2017 :Festival du Film Scientifique de la Réunion - Île de la Réunion (France) - Trophée d'Argent
2017 : Green Image Film Festival (GFN) - Tokyo (Japon) - Grand Prix
2017 : FIFME - Festival international du Film maritime et d'exploration - Toulon (France) - Ancre d'Or
2017 : FReDD - Festival Film de Recherche et Développement Durable - Toulouse (France) - Grand Prix

Regista
Vincent Perazio, laureato in Scienze Politiche, segue i maggiori eventi sportivi per varie emittenti televisive. Attraverso la Vendée Globe, scopre l'ambiente marino e i problemi che ne minacciano l'equilibrio. Attualmente affronta temi ambientali in particolare per la rete franco-tedesca Arte.

Il film
Fino agli anni Settanta gli oceani venivano tranquillamente considerati vere e proprie discariche. Nei mari veniva «smaltito» praticamente di tutto, quindi anche pesticidi, armi chimiche e rifiuti radioattivi. Si ipotizzava che gli oceani fossero sufficientemente estesi per diluire le enormi quantità di sostanze chimiche rendendole innocue. In realtà le sostanze tossiche non sono mai scomparse, anzi fanno ritorno dall'uomo, talvolta in forma concentrata, tramite la catena alimentare.
Il Mediterraneo ha un triste primato per l’inquinamento da plastica. È infatti l’ecosistema più minacciato al mondo dalle microplastiche. Sui fondali marini del Mare Nostrum si registrano i livelli di microplastiche più elevati mai registrati – fino a 1,9 milioni di frammenti su una superficie di un solo metro quadrato. Questi significa che il Mediterraneo ne contiene circa il 7% – anche se ha soltanto l’1% delle acque mondiali.
L’inquinamento da plastica sta continuando ad aumentare. Se questo trend non verrà interrotto, entro il 2050 negli oceani ci saranno più plastiche che pesci. (da Rapporto WWF)
Solo l'1% della plastica che fluttua negli oceani raggiunge le coste o rimane intrappolata nei ghiacci artici. Del restante 99%, stimato intorno a centinaia di migliaia di tonnellate, si sa ancora troppo poco. Una sorta di buco nero che lascia intravedere un dramma ecologico. Non essendo biodegradabile, la plastica non scompare, semplicemente si rompe in microparticelle tossiche, in gran parte invisibili all'occhio umano. Tale processo di trasformazione sta dando vita a un nuovo ecosistema: la plastisfera. Si affaccia così, sempre più urgente, la necessità di indagare il fenomeno e le sue conseguenze: dove si trovano queste particelle? Ingerite dagli organismi o depositate sul fondo marino? E qual è il loro impatto sulla catena alimentare?

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Ottobre 2021